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ODIO E' ANTIQUATO (L')
di ANDERS GUNTHER; FABIAN S. (CUR.)
Stato Editoriale
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- Titolo: ODIO E' ANTIQUATO (L')
- Autore: ANDERS GUNTHER; FABIAN S. (CUR.)
- Illustratore: 0
- Editore: BOLLATI BORINGHIERI
- Collana: INCIPIT
- Anno: 2006
- ISBN: 9788833916835
- Pagine: 85
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 190 FILOSOFIA E DISCIPLINE CONNESSE
Classificazione CEE
- HP FILOSOFIA
In questo saggio Gunther Anders prosegue nella sua riflessione sull'obsolescenza delle emozioni e dei sentimenti, inutili fardelli in un mondo dominato dallo strapotere delle macchine. La Tecnica ha reso l'uomo antiquato, obbligandolo nello stretto binario della coppia produzione-consumo, e antiquata è divenuta anche la sua attitudine immaginativa, ormai incapace di cogliere gli smisurati effetti di gesti che rischiano di avere nel paradosso atomico, nell'evento ultimo la loro epifania onnidistruttiva. In un universo moralmente imploso, l'odio e diventato un sovrappiù per occasioni speciali, un'inutile via traversa, cosi come i campi di battaglia resi obsoleti dal gesto asettico e ripetitivo del disinseritore che annichilisce da lontano. L'intransigenza e l'esagerazione come metodo ermeneutico, sono la cifra di questo saggio andersiano che nella sua radicalità getta squarci di luce sul nostro tempo e sulle sue scandalose aporie.
In questo saggio Günther Anders prosegue nella sua riflessione sull’obsolescenza delle emozioni e dei sentimenti, inutili fardelli in un mondo dominato dallo strapotere delle macchine. La Tecnica ha reso l’uomo antiquato, obbligandolo nello stretto binario della coppia produzione-consumo, e antiquata e' divenuta anche la sua attitudine immaginativa, ormai incapace di cogliere gli smisurati effetti di gesti che rischiano di avere nel paradosso atomico, nell’evento ultimo la loro epifania onnidistruttiva. In un universo moralmente imploso, l’odio e diventato un sovrappiù per occasioni speciali, un’inutile via traversa, così come i campi di battaglia resi obsoleti dal gesto asettico e ripetitivo del disinseritore che annichilisce da lontano. L’intransigenza e l’esagerazione come metodo ermeneutico, sono la cifra di questo saggio andersiano che nella sua radicalità getta squarci di luce sul nostro tempo e sulle sue scandalose aporie. Günther Anders (Breslavia 1902- Vienna 1992), pseudonimo di Günther Stern, si laureo in Filosofia nel 1923, alla scuola di Husserl. Nel 1933 emigro, a causa delle prime persecuzioni antisemite, prima a Parigi e poi negli Stati Uniti (New York e Los Angeles). Primo marito di Hannah Arendt, nel 1945 sposo' in seconde nozze la scrittrice Elisabeth Freundlich. Nel 1950 tornò in Europa, stabilendosi nella capitale austriaca. Tra le sue opere: Essere o non essere (Einaudi 1961); La coscienza al bando (Einaudi 1962); Opinioni di un eretico (Theoria, 1991); Uomo senza mondo. Scritti sull’arte e la letteratura (Spazio Libri Editori, 1991); Patologia della libertà (Palomar, 1994); Noi, figli di Eichmann (La Giuntina, 1995), Stato di necessità e legittima difesa (Cultura della pace, 1997).